Suggestioni
Sono in bagno. Ho appena fatto una doccia e sto finendo di asciugarmi. Ho il pene eretto. Tiro un sospiro. "Dammi tregua", gli dico sottovoce. "Ti prego."
Mi infilo l'accapatoio dell'albergo e vo in camera. Afferro la cornetta del telefono che si trova sul comodino e premo lo zero.
"Buonasera, chiamo dalla stanza seicentotré. Parlo col concierge?"
"Sì, signore. In cosa posso esserle utile?"
"A momenti si presenterà alla reception una gentil fanciulla. Appena arriva, la faccia salire su da me."
"Potrebbe dirmi il nome della signorina in questione?"
"Fujiko."
"Come, prego?"
"Fu-ji-ko. E' duro d'orecchi forse?"
"No."
"Buon per lei. La ringrazio per la cortesia. Buonasera."
"Buonasera."
Riappendo la cornetta. Sono piuttosto seccato.
"Il rinomato Excelsior, quanto a servizio, lascia parecchio a desiderare", penso. "Questo giochino avrebbe dovuto avere come scenario la Pensione Brunetta. La cucina sarebbe stata casalinga ed io non avrei dissanguato il portafogli."
Piglio una delle poltrone della suite e la sistemo in mezzo alla stanza. Poi vo alla porta d'ingresso e socchiudo i battenti. Torno in camera, mi levo l'accappatoio e mi siedo sulla poltrona. Sono sempre duro e colo.
"Uffa", mormoro.
Mi do una pulita e divarico le gambe. Sono pronto. Manchi solo tu.
"Porca manetta!", eclamo.
Mi alzo, chiudo la porta bianca che separa la camera dal suo vestibolo e torno a sedere.
"Ho voglia di te, Occhiacci", sussurro. "La solita voglia matta."
Punto lo sguardo sul mio stiletto. E' ritto e turgido. Ed è tuo. Nessuna può manipolarlo nella maniera che piace a te. Tu sola ne hai la facoltà.
Il vestibolo si riempie di rumori. Sei a pochi metri da me. Ricomincio a colare. Vorrei venirti incontro e stringerti tra le braccia ma il Signor Capo mi tiene incollato a quella benedetta poltrona. Tiro un altro sospiro. Ti sento armeggiare coi vestiti. Mi balena davanti agli occhi l'immagine delle tue nudità. Stringo i pugni finché le nocche non sbiancano.
La porta bianca si apre. Ti vedo. Sei in perizoma e reggiseno ed hai i lunghi capelli ramati sciolti sulle spalle. Ti avvicini con passo tremolante.
"Fujiko?"
"Eh?"
"Quei trampoli te li sei messi apposta per me, vero?"
"Sì."
Mi alzo in piedi e mi spalmo su di te. Siamo di nuovo naso contro naso.
"Steel?"
Ti bacio più volte. Nonostante la mia foga sia incontenibile, riesci a sfuggirmi.
"Steel?"
"Oh?"
"Mi soffochi."
"Scusa."
Ti piglio in braccio. Mi fissi. I tuoi occhi verdi sono la solita meraviglia.
"Ratto?"
"Oggi il Ratto sciopera. Qui ci sono solo io, quello che ha il cuore tenero come il burro, quello che non giocherà mai coi tuoi sentimenti, quello che dovrebbe rassegnarsi ma che non gliela fa, quello che..."
Non ho più parole e mi cheto. Tu allunghi una mano verso il mio viso devastato dalla dermatite e mi regali una carezza.
Ti indico il letto con un cenno del capo. Tu annuisci in silenzio. Mi precipito verso l'alcova e, lì giunto, ti adagio con molta cautela sulle lenzuola di satin nero.
Mi sistemo tra le tue cosce. Ti sfilo il perizoma e poso la bocca sul tuo tesoro. Tu mi afferri la testa con entrambe le mani. Io inizio a suggere il clitoride. Hai una copiosa secrezione. Il tuo odore mi esalta. Mi do ancora di più e uso meglio che posso le labbra e la lingua. Tu miagoli e ansimi. Io ho il naso schiacciato contro il tuo monte di Venere e stento a respirare. Però non demordo. Sono sempre lì, sulla breccia. Succhio come un indemoniato. Voglio compiere il mio dovere di maschio, lo voglio con tutto me stesso. Sei fradicia di umori e saliva ma non ti ho ancora portato all'orgasmo. Continuo quindi a leccare e a suggere. La tua carne più intima è tutta risucchiata dentro di me. I muscoli delle mascelle cominciano a dolermi. Neanche quello mi arresta. Solo un colpo apoplettico potrebbe fermarmi. Ti sto sempre più addosso. Le mie labbra sono una ventosa umida e calda e la mia lingua è un dolcissimo assillo.
A un tratto inarchi il bacino e lanci un urlo. Ti vedo sussultare e poi rilassarti contro il materasso. Mi stacco da te e ti do un bacio sul pube rasato. Sto per inziare tutto dapprincipio quando tu mi blocchi con un gesto della mano.
"Ora tocca a me", mi fai.
Ti guardo dritto negli occhi. Vorrei disobbedirti ma l'intensità del tuo sguardo mi dissuade.
"I preservativi, Occhiacci, dove sono?"
"Fuori, nel vestibolo. Li trovi nella borsetta."
Mi alzo da letto e vo dove mi hai detto. Quando torno in camera, ho un profilattico in mano. Apro la confezione che lo contiene e cerco di mettermelo. I miei tentativi non sortiscono l'effetto sperato.
"Steel?"
"Oh?"
"Vieni da me. Ti aiuto io."
Mi siedo sul letto dirimpetto a te e ti passo il preservativo. Tu me lo infili srotolandolo sul glande con estrema attenzione. Ho un leggero sobbalzo.
"Ti ho fatto male?"
"Un poco."
"Rimedio subito."
Ti accucci tra le mie gambe e mi prendi in bocca. Il tuo calore è un toccasana. Il dolore di prima è solo un pallido ricordo.
Inizi a praticarmi una delle tue formidabili fellatio. Da come ti muovi capisco che vuoi andare per le lunghe. Ti poso una mano sui capelli.
"Basta", riesco a sussurrare.
Sollevi il capo e mi fissi.
"Perché?"
"Voglio entrare dentro di te."
Accenni un sorriso.
"Voglio?"
"Vorrei."
Ti metti gattoni ed io mi sistemo dietro di te. La vista delle tue rotondità è uno spettacolo ecezionale. Ti penetro lentamente. Ho intenzione di assaporare ogni frazione di secondo di quell'attimo fuggente. Comincio a pompare. Accelero e decelero a seconda del tuo piacere. Ti mordo le spalle e la schiena. Poi le copro di baci appassionati. Mi fo ancora più sotto e ti afferro per i fianchi.
"Olet kaunis", mormoro tra uno ansito e l'altro.
Sono dentro di te fin dove mi è possibile e spingo come un dannato. Ti scappa un gridolino e ti abbandoni di nuovo sul materasso. Sei giunta all'orgasmo quasi in silenzio. Esco da te. Sono al limite e devo liberarmi.
"Fujiko?"
"Eh?"
"Mettiti supina, ti prego."
Esaudisci la mia richiesta più in fretta che puoi. Io mi levo il profilattico e mi sistemo a cavalcioni su di te. Appena mi tocco, zampillo e ti inondo il pancino.
Mi emoziona sempre a rileggerlo
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