Scempiaggini
Le spirali di pensiero rosso hanno i loro i reliquati. Eccovene uno decisamente stupido.
E' giugno. Un piccolo aereo a pistoni ronza nel cielo blu cobalto. La calura del primo pomeriggio è temperata dalla brezza che spira dal mare.
Mi trovo in uno dei tanti bistrot che danno sulla passeggiata di Viareggio. Sono seduto all'aperto e centellino la solita Becks.
Ti avvicini al mio tavolo. Mi alzo in piedi. Vo su come una molla. Sono eccitato. E' il nostro primo incontro senza gli altri me d'intorno.
"Ciao", ti fo.
"Ciao."
Ci scambiamo un bacino sulle guance. L'aroma del tuo profumo mi riempie le nari. Cado in preda a una strana sensazione di déja vu.
"Posso offrirti un chinotto?"
"Eddai, Steel, lo sai che a me il chinotto non piace."
"Una spuma allora?"
Mi fissi. Oggi i tuoi occhi scuri sono molto severi.
"No, meglio una coca."
Ci mettiamo comodi. Chiamo il cameriere. L'omino arriva, prende l'ordinazione e scompare all'interno del bistrot.
Ti guardo. Sei in bermuda e maglietta. Ai piedi hai un paio di orribili infradito nere e arancioni.
"Perché mi hai fatto venire qui?", mi domandi.
"Avevo bisogno di parlarti."
"Sono tutta orecchie. Dimmi pure."
"D. non ti piglia in giro. Tu, per lui, non sei più un affare di sesso."
"Come lo sai?"
"Ho degli agganci con la sua libido."
Torna il cameriere. Ti serve la coca e scompare di nuovo all'interno del bistrot.
"Hai la lingua lunga tu", mi fai mentre sorseggi la tua bibita. "Non sei sincero."
"Lo sono invece. Non mentirei mai su una cosa del genere."
Mi fissi. Abbasso gli occhi. Ho un poco di pudore. Non sono avvezzo a trattare certe faccende. L'esperto è il naufrago del nulla 1, non io.
"Steel..."
"Oh?"
"Mi sfugge un dettaglio. Io gli piaccio ancora da quel punto di vista?"
Ti guardo.
"Certo. I tuoi giochini mi hanno mortificato ma non ucciso. I Ratti d'acciaio sono duri a morire."
Scoppi a ridere.
"Ti ascolti quando parli?"
"Sì, ho un cervello checché se ne dubiti."
Scende il silenzio.
"Steel..."
"Oh?"
"Potrai perdonarmi?"
"Sì, se farai tre cosette per me."
Ti metti in allarme.
"Quali cosette?"
"Quando ci incontreremo nel mondo reale, io sarò D. per qualche istante e..."
"E..."
"E ti chiederò: a) se posso odorarti l'incavo del collo e b) se posso darti una leccatina alle gote."
Trattieni a stento un risolino. Ti aspettavi una richiesta del genere.
"Tutto qui? E il c)?"
"Il c) è affare assai delicato. Sarai tu, e tu sola, a decidere. Io sono ratto e gentiluomo. Non posso e non voglio forzarti."
Ho il viso rosso. La mia pelle corazzata, a volte, ha la stessa consistenza di un foglio di carta.
"Posso sapere di che si tratta?"
"L'idea me l'hai messa in testa tu mesi fa. Non è farina del mio sacco questa."
"Insomma, Steel, questo c) che è?"
"Voglio mostrarti il mio tanto bistrattato pisello. Così ti renderai conto che ti ho sempre detto la verità circa i miei attributi."
"Quale verità?"
"Che sono un ragazzo normale e non Rocco Siffredi."
Scuoti il capo e ridi.
"Steel, non ce ne è bisogno. Io gli uomini non li giudico solo da quello."
1 Cioè il defunto Nemo.