Avviso ai naviganti


Questo blog contiene testi e immagini la cui fruizione è adatta esclusivamente a un pubblico adulto e consapevole.


I racconti qui pubblicati sono inoltre opera di fantasia. Ogni coincidenza con fatti reali e persone fisiche o giuridiche, realmente esistenti, o con enti, società, organizzazioni, gerarchie sia naturali che soprannaturali, è da ritenersi puramente causale.


domenica 26 ottobre 2008


Domhnach na Fola



Bevo l'ultimo sorso di vodka e scaglio il bicchiere sul pavimento frantumandolo in mille pezzi. Mi chino sulle ginocchia. Frugo tra i rimasugli di vetro e raccolgo la scheggia più acuminata.



Mi rizzo in piedi. Inspiro profondamente e ti guardo. Sei stesa supina sul mio candido giaciglio, gl'occhi bendati e le mani legate alla testiera del letto. Sorrido.



"Ratto..."



"Zitta, Ricciolina, zitta."



Mi siedo sul bordo del materasso. Studio ogni curva del tuo corpo nudo, centimetro dopo centimetro.



"Ratto..."



"Silenzio!"



T'afferro una coscia e t'impongo d'aprire le gambe. Hai la vagina umida e socchiusa. Comincio a titillarti il clitoride coll'indice della mano che non impugna il frammento di vetro.



"Infliggere dolore mi diverte ma non mi porta all'eccitazione."



La mia voce ha assunto un tono gelido e dottorale come sempre accade quando pontifico.



"L'uso improprio delle armi da sparo mi da invece una bella scarica d'adrenalina. Se hai letto "La carne e l'acciaio" e "Il rapportino" sai a cosa alludo."



Smetto di masturbarti.



"Anche la vista del sangue ha su di me effetti non trascurabili."



Incido col vetro l'interno della tua coscia sinistra disegnando una "d" rosso porpora.



"Il Drago esiste ancora nonostante non indossi più le stellette."



Sono diventato duro. Mi disfo del vetro insanguinato.



"Basta concionare, Ricciolina."



M'arrampico su di te.



"Il tempo delle parole è finito."



Ti bacio avidamente. Poi ti possiedo con estrema gentilezza.

Nessun commento:

Posta un commento