E...
Sono seduto a uno dei tavoli del bistrot panoramico della Rinascente di Milano e sorseggio una Becks godendomi la vista delle guglie del Duomo. Non uso bicchiere. Bevo a canna come mio solito.
Giro lo sguardo verso la porta che collega l'attico della Rinascente al terrazzo del bistrot. Ti scorgo. Indossi un giubbino di pelle nera sopra un miniabito dello stesso colore. Hai le gambe nude e calzi un paio di décolleté tacco dodici che sono tutto un programma. Non porti gioielli e nel palmo della mano tieni stretta una pochette Yves Saint Laurent piuttosto sfiziosa.
Poso la Becks. Ti lancio un sorriso.
"Hai davvero un culo stupendo, Maya. Sembra scolpito nel marmo."
Sgrani gl'occhi.
"Uh... Grazie, Rat."
"Accomodati, dai."
Ti siedi dirimpetto a me accavallando le cosce. Te le sbircio sottecchi.
"Gradisci un drink? Che so, un chinotto, una spuma o una limonata all'arancia?"
Ridi.
"No. Sono a posto così."
"Contenta tu, contento anch'io."
Incollo la Becks alle labbra. Tracanno un bel sorso di birra.
"Permetti una domanda, Steel?"
Poso nuovamente la Becks sul tavolo e m'asciugo la bocca col dorso della mano.
"Certo, Maya. Stura le trombe. Son tutt'orecchie."
"Perché m'hai trascinato fin quassù? Non è che avessi questa gran voglia di vederti."
"Urgeva una comunicazione di servizio."
"Cioè?"
"Volevo dirti che i tuoi commenti a quanto scrivo su ManetteMatte son sempre bene accetti ma non ho bisogno di consigli su come gestire una Ricciolina. Penso di potermela cavare da solo. Eppoi..."
Riincollo la Becks alle labbra per gustarmi con molta calma le ultime gocce di birra.
"Eppoi che, Rat?"
Finisco la Becks e l'abbandono sconsolato sul tavolo.
"Eppoi tutte quelle raffinatezze a cui tu mi vorresti sottoporre..."
Frugo nella tasca sinistra dei jeans per estrarne un fazzoletto immacolato.
"Quali raffinatezze?"
"Lottare con me, staccarmi il cazzo a morsi, rompere un bicchiere per tagliuzzarmi i testicoli..."
Porto il fazzoletto al naso. Soffio energicamente.
"Dicevo... Quelle robine lì non sarebbe meglio praticarle dal vivo, fuori da questo teatrino dell'assurdo?"
Rimetto il fazzoletto in tasca e rutteggio. Colpa della troppa birra ingerita.
"Sai dove trovarmi, Maya. Combinare un incontro di petting boxe tra te e me non sarebbe impresa difficilissima."
Altro rutto.
"Io ti leggo. Però non mi sfriculli granché. Le parole sono cartone, aria fritta, fumo."
Vorresti replicare ma non te ne do la possibilità. Mi sono atomizzato svanendo nel nulla da buon azzerato.
"Che sorcio che sei", sbotti irata.
Uno squillino. T'è arrivato un sms sul cellulare. Peschi il telefonino dal fondo della pochette e apri l'icona dei messaggi ricevuti. Guardi il display.
"TUTTI I MIEI RACCONTI - sta scritto in lettere maiuscole - HANNO UNA NOTA STONATA. VEZZO DA PANTEGHE D'ACCIAIO."
Nuovo squillino. Secondo sms.
"IO LE DONNE LE POSSIEDO SEMPRE CON ESTREMA GENTILEZZA A MENO CHE NON VOGLIANO SODOMIZZARMI CON DILDI E ALTRI AGGEGGI CONSIMILI. IN TAL CASO PER LE SUDDETTE SON VERAMENTE DOLORI."
Ennesimo squillino. Terzo sms cubitale.
"NON COMMETTERE L'ERRORE DI GIUDICARMI SULLA BASE DI QUELLO CHE LEGGI. IO SON MOLTO DI PIU' DI QUATTRO PAROLE SCRITTE PER REGALARTI UN SORRISO. MOZZIKARELLOOOOOOOOO."
Serri le palpebre e arricci il naso. Hai cominciato a capirmi. Forse.
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