Le cuirassier
Sei in cucina, agghindata nella tua mise più casalinga: abito scollato grigio antracite, grembiulino bianco, calze a rete e décolleté nere tacco dodici.
Controlli l'arrosto nel forno. Sei china in avanti e mi dai le spalle.
Arrivo di soppiatto. Ti tocco una spalla. Hai un sobbalzo. Io sogghigno inarcando un sopracciglio.
"Coquin", mi fai.
Ti arruffo i capelli. Settanta euro di parrucchiere andati in fumo in un colpo solo.
"Ce damné rat!", sbotti a voce alta.
Mi scosto. Tu ti rizzi in piedi e ti volti verso di me. Ti fisso. Sei alta e maestosa, un everest profumato tutto da scalare. Mi scappa un altro sogghigno.
"Ma chatte, tu es un parfait cuirassier."
Non sono riuscito a frenare la lingua. E' stata più veloce del cervello. Come al solito.
Tu abbozzi un sorriso e mi graffi una tempia con le tue unghie smaltate di rosso.
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