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I racconti qui pubblicati sono inoltre opera di fantasia. Ogni coincidenza con fatti reali e persone fisiche o giuridiche, realmente esistenti, o con enti, società, organizzazioni, gerarchie sia naturali che soprannaturali, è da ritenersi puramente causale.


giovedì 5 febbraio 2009


Bene, mi piace così



Apro gl'occhi. Ho la mente intorpidita. Sono ancora preda del sonno. Mi giro su un fianco. Guardo i numeri e le lancette fosforescenti della sveglia che staziona sul comodino. Sono le sei meno un quarto.



Torno supino. Stiro la schiena distendendo le braccia verso il soffitto della camera. Ho la pelle degli stinchi e delle ginocchia che brucia. È scottata. Il sole del Circeo non perdona e la crema solare della Coop non vale nulla. Tiro un sospiro.



Un ronzio. I tizi del piano di sopra hanno acceso il condizionatore. La cappa d'afa che avvolge Latina da giorni non da requie neppure la mattina presto. Viva, viva l'Agro Pontino!



Sono in piena erezione. Ho voglia. Ti cerco. M'incollo alla tua schiena. Premo la mia virilità contro di te.



"Nun rompe." Hai la voce roca e impastata. "So' stanca. Famme dormì."



Ti mordicchio il lobo d'un orecchio mentr'infilo una mano tra le tue cosce socchiuse.



"Basta, nun me tocca'."



Trovo la vagina. Ti penetro con un dito. Vorresti sfuggirmi. Ti divincoli. Io però non cedo e m'incollo a te viepiù.



"Lassame..."



Sei diventata umida. Coli. Ti pungolo quindi con maggiore insistenza.



"Vuoi proprio che smetta, ciumachella?"



"Sì..."



Il mio dito. Lo senti tutto dentro di te. Esplora, scava, titilla.



"No..."



Sorrido.



"Bene, mi piace così."



Sfilo il dito dal tuo tesoro e v'infilo il membro eretto. Una manovra decisa, quasi brutale. Sei un bollore. T'afferro per le spalle e spingo come un forsennato. Poi rallento il ritmo senza fermarmi.



"Sono sempre un pensiero impuro che non è peccato?", ti domando tra un ansimo e l'altro.



"Fetente", mi rispondi tu in balìa d'un orgasmo subdolo e bruciante.

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