Mad
E uno
La punteggiatura, segni che imbrigliano i pensieri, un caos sfuggente fatto d'apostrofi, parentesi, due punti, tratti d'unione, puntini di sospensione, punti esclamativi, punti fermi, punti interrogativi, virgolette, punti e virgola, barre ed asterischi. Che ne posso capire io? Un accidenti di niente.
Fisso il monitor che ho dinnanzi e stringo gl'occhi. Le parole che scrivo m'irridono allegramente. Cazzo. Questo racconto non vuole proprio saperne di decollare.
Sbuffeggio e m'alzo dal tavolo del PC, incupito e smanioso. Devo stravolgere la trama che ho in testa da giorni. Sì, non v'è altra scelta. Schiocco le dita e precipito nel Nulla: un volo esilarante e vorticoso preceduto da un punto doppio.
E due
"Ho una proposta indecente. Interessa?"
"Dipende."
"Sono molto generoso. Certamente non te ne pentirai."
"Sentiamo."
"Ti voglio nuda, sui tacchi."
"C'hai la fissa, aho!"
"È un problema per te?"
"No."
"Magnifico. Se organizzassimo per domani? Che ne pensi?"
"No, domani non posso."
"Dopodomani allora?"
"Sì, credo che per giovedì si possa combinare."
"Prenoto al solito hotel, ok?"
"Sì."
"Mi raccomando: décolleté o sandaletti, niente stivali."
"Va bene."
"Ricordi quell'aggeggio tondo che era esposto nella vetrina della Boutique Cartier di Via Condotti?"
"L'anello con brillante?"
"Sì, quello. Se esaudirai questo mio piccolo desiderio sarà tuo. L'ho già in saccoccia."
"Matto, tu sei tutto matto."
"Io non credo proprio. Tu però sei libera di pensare quello che vuoi." Guardo l'orologio. Sta per scoccare la mezzanotte. "È tardi, amore. Sono stanco. Aribeccamose domani in messenger, dai."
"D'accordo."
"Ciao."
"Ciao."
"Ah, un'ultima cosa: non farmene una colpa se stanotte ti sognerò abbrancata a me in un fantasmagorico e sudatissimo amplesso. Sei bona com'er pane. È inevitabile che in me scattino simili fantasie."
"Te possino..."
Mi rituffo nel Nulla, inseguito da una virgola e da un'orda di puntini di sospensione.
E tre
"Nick e dominio li ho inventati io. Tu sei una mia creatura."
"Non è vero."
"È vero invece e tu lo sai."
M'avvicino con un bagliore ferino nello sguardo. Tu indietreggi sulla difensiva.
"Se t'azzardi a ficcarmi in una delle tue porcherie io..."
"Tu cosa?"
"Lasciami andare, scostumato!"
Mollo la presa.
"Come comanda Vossia." Schiocco le dita. Compare il prode Vanny. È in tenuta di volo: cuffia da pilota, occhialoni, giaccone di pelliccia, pantaloni da cavallerizzo e stivali. "La signora qui presente desidera scomparire da queste pagine malfamate. Vedi d'accontentarla."
"Trip sugl'abissi del Nulla con destinazione l'oblio?"
"Esatto, vecchia spugna. Procedi."
Il prode Vanny ti carica sulle spalle senza tanti complimenti e s'invola verso il cesto della sua mongolfiera piena di veleni e paranoie.
"Donne di cartone", sibilo. "Puah!"
M'azzero stando appeso ad un gerundio e ad un punto esclamativo.
E quattro
Sono uno dei tanti bambini che frequenta quest'asilo senza nome. Ho il morale a mille. Oggi non solo ho imparato a padroneggiare l'uso del punto e virgola, ma ho anche strappato una ciocca di capelli alle mie amiche più care: Ducky e Cecchina. Mi vogliono entrambe un mondo di bene. E non si sognerebbero mai di spettegolare alle mie spalle, nemmeno sotto tortura. Le amo, oh come le amo!
Uh, uh, uh, arrivi tu, la maestra. Nascondo le ciocche nella tasca destra dei pantaloni e ti corro incontro urlando. M'avvinghio alle tue ginocchia con tutta la forza di cui sono capace.
"Ti voglio bene, Kitty, nonostante il tuo caratterino pepato."
"Ratto..."
"Non fo il ruffiano, è la verità: tu sei la mia musa più bella, quella che bramerò sempre."
Cerco di scalarti. Sono troppo piccolo. Non ci riesco. "Ilaria", pigolo piano. Tu mi prendi in collo. Io t'abbranco spalmandomi sul tuo petto.
"Kitty..."
"Che c'è? Dimmi."
"Quanto scrivo nei miei racconti ha un sapore minimalista anni '80?"
"Boh?"
"Lo stile in cui m'esprimo, secondo te, potrebbe piacere a Jay McInerney?"
"E che ne so?"
"Il ritmo delle mie buffe storielle è fluido o incespica nella punteggiatura? A te pare che io sia in grado di gestire le virgole e le congiunzioni o mi comporto come Joyce e ci do giù duro coi punti maggiori fregandomene degl'altri segnetti? Quando racconto, il lettore l'accompagno o lo lascio lì dove si trova?"
Mi guardi. Nei tuoi occhi bruni comincia a balenare una fiamma dardeggiante.
"Queste domande hanno una fonte?"
"Sì, Mad."
"Mad... Chi è?"
"Uno scrittore di professione e il mio fornitore ufficiale di template."
Aggrotti la fronte.
"Il tale di cui sopra esiste veramente o è uno dei tuoi soliti personaggi in cerca d'autore?"
"Esiste, Ilaria. Ha lo stesso physique du rôle di quegl'ombrosi pistoleri che negli spaghetti western recitano la parte dei cattivi." Rido. "Ed ha un paio di baffi che conquista."
"T'ha letto su Splinder?"
"No, altrove. Gli piace come scrivo e afferma che ho del talento. Sostiene però che io di punteggiatura e affini non ne chiappo granché."
"Gli posso parlare?"
"Perché?"
"Vorrei dirgliene quattro, proprio sui baffi."
T'abbranco ancora di più stringendo fortissimo.
"Quanto sei bella, Kitty!"
Cado nel Nulla. Tu mi segui dappresso, racchiusa tra una virgola e un punto affettuoso.
E cinqueeeeeee
Sono a Porto Venere sotto la Chiesa di San Pietro, abbarbicato mano nella mano con te sugl'impervi gradoni della scalinata che scende alla Grotta Arpaia 1. Il sole sta quasi per tramontare e il Mar Ligure è un magma di spume ribollenti. Tira un vento freddo e deciso che s'insinua nei nostri cappotti come se questi fossero fatti di carta velina.
"Abbracciami", sussurri a fil di voce.
Slaccio le mie mani dalle tue, ti passo un braccio sulle spalle e ti traggo a me, forte e delicato insieme.
"Ratto..."
"Shhhh, Ilaria. Lascia che sia il silenzio a parlare."
_____________
1 Secondo la leggenda fu da tale antro che Lord Byron iniziò la sua traversata a nuoto del Golfo dei Poeti fino a Lerici.
Nessun commento:
Posta un commento