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I racconti qui pubblicati sono inoltre opera di fantasia. Ogni coincidenza con fatti reali e persone fisiche o giuridiche, realmente esistenti, o con enti, società, organizzazioni, gerarchie sia naturali che soprannaturali, è da ritenersi puramente causale.


sabato 6 agosto 2011


Logan's tales
Capo quarto


Yla ha un moto d'affetto. Viene ad accomodarsi sulle mie ginocchia e con la punta del suo stiletto d'argento mi solletica il braccio ferito. Io gli carezzo la nuca traendo un flebile sospiro.

Ibarra de la Peña Varona ci guarda. Pare a disagio.

"Ciccio", gli domando, "le nostre effusioni mica v'imbarazzano?"

Il florido giovanotto si sfila la papalina e inizia a grattarsi la parrucca.

"Affatto, cavaliere. È che non so da dove cominciare a narrarvi l'infinita sequela delle mie ambasce."

"Ogni racconto ha la sua trama. Dipanarne il filo non è impresa difficile, credetemi."

Ibarra de la Peña Varona smette di grattarsi la parrucca e se l'aggiusta sulla testa alla bellemeglio.

"Conoscete il Pripet, Logan?"

"Certo. È una delle lande più acquitrinose della Terra di Mezzo, regno incontrastato della malaria e dei tafani."

"Da quelle parti però il prezzo dei fondi rustici è decisamente abbordabile non come qui a Ebuda."

Rido.

"Avete delle proprietà laggiù?"

"Sì, una tenuta sui mille acri di superficie."

Yla rinfodera lo stiletto d'argento e s'abbandona languido tra le mie braccia. Ho le nari pervase dal suo profumo e la lingua incartata.

"D-dite un pò, Ciccio: t-tutto quel terreno a che v'è servito?"

"A impiantare un allevamento di suini selezionatissimi."

Yla si scioglie dal mio abbraccio e con un movimento fluido e insistente inizia a premere il bacino contro di me. Ho un'erezione.

"Che porci", sibilo sottovoce.

Il florido giovanotto inarca un sopracciglio.

"Eh?"

Rido di nuovo.

"Che porci: i vostri... ehm... suini selezionatissimi a quale razza appartengono?"

"Duroc e Cinta."

Cerco d'intrufolare una mano tra le gambe del mio imberbe scudiero ma ne sono impedito. Yla ha serrato le cosce e ciò che nascondono le sue brache attillate è divenuto un bastione imprendibile.

"Satàn!", esclamo a denti stretti.

"Che vi prende, cavaliere?" mi chiede Ibarra de la Peña Varona.

"Nulla, assolutamente nulla."

Tiro uno sbuffo.

"Torniamo a noi, Ciccio. Mi pare d'aver capito che volevate dedicarvi alla produzione dei prosciutti."

"Non solo prosciutti, ser Logan, ma anche salami, cotechini, zamponi e culatelli."

"Stavate forse pensando di diversificare i vostri investimenti e di spostarne una parte dall'industria del sesso a quella alimentare?"

"In effetti era questa l'idea."

"Sempre sul sicuro."

"Sempre."

Yla ricomincia a premere il bacino contro di me. Ho i testicoli doloranti e una voglia irrefrenabile di zampillare. Afferro lo scudiero pei lunghi capelli corvini e lo costringo a girare il viso nella mia direzione.

"Tu chi o cosa accidenti sei?", gli domando in un roco sussurro.

Il suo sguardo s'inchioda al mio.

"Io sono ciò che domina tutti i viventi."

Yla accenna un fuggevole sorriso.

"Aleggio intorno a te da quando Sarluma, la strega di Branzag, t'ha risuscitato in quell'antro sperduto dell'Ultima Thule."

Una delle sue mani sfiora il mio mento ispido di barba. Una carezza lieve, quasi impercettibile.

"Io sono la Morte, Ratto, la tua Morte."

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