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Questo blog contiene testi e immagini la cui fruizione è adatta esclusivamente a un pubblico adulto e consapevole.


I racconti qui pubblicati sono inoltre opera di fantasia. Ogni coincidenza con fatti reali e persone fisiche o giuridiche, realmente esistenti, o con enti, società, organizzazioni, gerarchie sia naturali che soprannaturali, è da ritenersi puramente causale.


lunedì 23 aprile 2007

La Cappallaia Matta: Non te ne andare


Lui: Devo, devo affrontare una persona più potente di me


La Cappellaia Matta: Se non è dio non ne vale la pena


*_La Cappallaia Matta_*


A favore della medicina e della scienza eheh

mercoledì 18 aprile 2007


La mia Kitty



La tua cameretta. Un campo di battaglia lindo e pindo. Per bambole psicotiche e ratti fuor di cervello.



Il Golem giace sul pavimento a pochi centimetri della specchiera. Il suo fodero è finito sotto il tuo lettuccio sfatto.



Noi siamo nudi, l'una dirimpetto all'altro.



Tu hai un labbro gonfio e il collo segnato dai mei mozzicarelli. Sei arrampicata sui tacchi. Le décolleté nere da mistress che ti ho regalato la prima volta che ci siamo incocciati nel Cartone.



Io sono coperto di graffi e tagli. Sanguino ma non provo dolore. Ho l'adrenalina a mille.



"Skizzo?"



Mi fissi. I tuoi occhi da gattina ribelle sfolgorano.



"Sei pronta a scivolare di nuovo nell'Abisso?"



Ti sfili le scarpe. Le getti via.



"No, non voglio più essere il tuo angelo nero."



M'avvicino a dove stai. Ti poso le dita sui capezzoli. Li carezzo dolcemente. Tiri un sospiro.



"Ratto?"



"Oh?"



"Tu chi cazzo sei?"



Rido.



"Un profeta del vizio estremizzato."


Il Golem





Utensile indicato per la manicure e la pedicure del Ratto d'acciaio.



WIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII



e



CONTROWIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII



io adoro Annarella alla folliiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii

domenica 15 aprile 2007

La Cappellaia Matta era molto stanca quella sera. Sì, molto. Camminava scalza per strade semi-deserte. Le scarpe con il tacco un pò troppo alto tra le mani penzolavano dietro la schiena. Tra gli sguardi un pò bigotti di mamme rimaste incinte troppo presto e padri che sanno apprezzare gambe giovanili. Ride con un'amica al suo fianco. La frangia sbarazzina le va davanti gli occhi. La Cappellaia Matta canticchia un pò brilla. Che viaggio strano quando tornerò poi lo rifarò poi lo rifarò. Aspetta che la strada la porti via. Vuole nuove vie da vedere. Affronta gli sguardi di persone troppo misogene e chiuse per essere uno spirito libero. Per essere un'anima provocatrice. Ammicca alla ragazza perplessa. Ruba sigarette a ragazzi  vogliosi di sesso in macchine perse in strade buie. Fissa fino allo svenimento genitori che non apprezzano l'abbigliamento. I capelli. L'anima ribelle.


You Make My Shit List


*_La Cappellaia Matta_*


Ogni salamella è trincea



(segue)




"Bel filmino. Pare vero."



Nemo mi fissa stordito. E' ancora immerso nel suo sogno.



Salto sulla Canoa di Sudolce. Brandisco il Golem, pronto alla mia opera di killeraggio.



Il Naufrago torna in sé.



"Chi ti manda?"



"Sua Saggezza: il re dei paraculi."



Un sorriso indecifrabile compare sulla bocca di Nemo.



"Vuole azzerarmi?"



"Sì. I tuoi modi da quindicenne innamorato lo hanno sfinito. I messaggini smielati, le rose, i capitomboli dagli arcobaleni. Suvvia! Ti sei reso solo ridicolo."



Il sorriso del Naufrago si trasforma in una risata tetra, piena d'amarezza e sarcasmo.



"Tu quindi dovresti completare il lavoro di MaxMax."



"Già."



Nemo si sbottona la camicia con un gesto molto melodrammatico e mi offre il petto.



"Uccidi, Sadico, uccidi!"



Lo trafiggo al cuore più volte. Niente. Il Naufrago è sempre in piedi, saldo come una roccia.



"Io non posso morire. Sono creatura del non essere. Vago nel nulla in compagnia di tre potenti alleati: l'Amore, il Caos e il Clitoride."



Scuoto il capo.



"Nemo, ti prego: risparmiami il festival degli assoluti."



"Ti danno l'orticaria, eh?"



"Sì."



Un arcobaleno appare nel cielo di Porto Canale.



"Devo partire, Drago. Roma m'attende."



"Un viaggio inutile", gli dico mentre ripongo il coltello nel fodero. "Non combinerai un accidenti. Sarai causa d'imbarazzo e resterai fuori della sua porta come un coglione."



"Quisquilie."



Il Naufrago svanisce in sella al suo arcobaleno.



"Atteggiamento piuttosto puerile", fa una voce alle mie spalle. Giro il capo. E' Sudolce che parla.



"E' capatosta come lo sono io."



"Gl'assomigli, lo sai?"



Non riesco a trattenere un sogghigno.



"Siamo gemelli, in fondo."



"Sei pure in carne, il che non guasta."



"Ogni salamella è trincea?"



"Già."


Ogni salamella è trincea



(segue)




Il tuo soggiorno. Una stanza vissuta. Bivacco sul divano, davanti al Mivar, quello ventotto pollici. E' acceso. Erutta parole, musica e immagini di cui non m'importa nulla. Sono completamente assorto nei miei pensieri lucidi.



Rumori. Una chiave che gira nella toppa. Una porta che si apre e che si chiude. Tu che torni dal lavoro. Tardi come al solito.



Ro. L'unica donna che non volevo per musa.



"David?"



Ti lancio un'occhiata torva, chiuso nel mio mutismo.



"Brutta giornata?"



Accenno di sì col capo.



"Hai mangiato?"



Un cenno di diniego. Sempre colla testa.



Vieni vicino a dove sono seduto. Mi carezzi una spalla. Poi scompari in cucina. I tuoi gatti t'accolgono felici. Uno, Pisolo sicuramente, miagola a tutto spiano.



Sbuffo. Prendo il telecomando. Spengo la tv. Ho voglia di silenzio.



I minuti passano lenti e inesorabili.



"Bellezza?"



"Oh?"



"Apparecchia la tavola. Butto la pasta."



Mi sollevo dal divano.



"Che pasta, Ro?"



"Fusilli."



Mi scappa da ridere. Quello è alimento da entità astratte.

sabato 14 aprile 2007


Intervallo





La Canoa di Miele.



Bel legno, eh?



Il Navigatore Solitario


Ogni salamella è trincea



(segue)
 



"Tenente!"



La voce di Sua Saggezza ha un timbro sgradevole quando qualcuno lo irrita.



"Comandi!"



"Le pare il caso di divagare?"



"Kyllä, Masteri."



"Niente finnico, perdio! Certe stravaganze devono restare appannaggio del Ratto."



Il suddetto roditore, ritto in piedi alle spalle del Signor Capo, se la ride sotto baffi.



"Sempre agli ordini."



Sono nella cabina di regia del Serraglio, sull'attenti di fronte alla scrivania di Sua Saggezza che non è poi così freddo e razionale come si dice in giro.



"Riposo."



Allargo le gambe e intreccio le mani dietro la schiena, immobile come un manichino. Il Ratto, quella birba, continua a ridersela sotto i baffi.



"Vorrà sapere, immagino, il motivo per cui ho richiesto la sua presenza."



"Signorsì, Signor Capo."



"Le affido una missione. Nome in codice: spremute di cuore."



Aggrotto la fronte.



"Spremute di cuore?"



"Esatto, Tenente. Lei dovrà recarsi al Porto Canale di Cesenatico e, una volta  raggiunta la Canoa di Sudolce, eliminare Nemo che si trova colà imbarcato. Voglio un'azione decisa, pulita e chirurgica. Del Naufrago non deve rimanere nessuna traccia. Intesi?"



"Ha di nuovo perso la bussola per una gentil fanciulla incocciata qui nel Cartone?"



"Sì."



"Si sono mai visti dal vivo?"



"No."



Serro le palpebre.



"Quant'è durato il tira e molla?"



"Sei mesi."



"Quel treno per Yuma?"



"Già."



Il Ratto si mette a fischiettare le Boudin, l'inno della Legione.



"Sua Saggezza?"



Il Signor Capo inchioda il suo sguardo al mio.



"Sì?"



"Nemo è un pessimo cliente. Si ricorda com'è nato?"



"Certo. E' il Ratto originale catapultato nel Nulla dal perfido MaxMax per aver attentato alla virtù del suo trastullo del Sol Levante, la "bella" e "cara" Fujiko. Il raccontino in cui venne descritta tale avventura fu assai vomitevole. Sembrava scritto da un pazzo."



"MaxMax era geloso, non pazzo."



Il volto di Sua Saggezza si rabbuia. E' piuttosto stizzito.



"Tenente, lei dove vuole andare a parare rimestando quel vecchio letamaio?"



"Al fatto che il Naufrago è un azzerato. Muore per risorgere appena compare l'Amore, quello colla "A" maiuscola. Non credo quindi di poterlo cancellare una volta per tutte da queste pagine malfamate."



Il Signor Capo ha un subitaneo moto di collera.



"Ci provi, almeno! Sono stufo di capitombolare dagli arcobaleni. Proprio stufo!"


Ogni salamella è trincea



(segue)




Camera tua. La Porta del Nulla. L'accesso alla cabina di regia del Serraglio dove il Signor Capo regna sovrano.



"Kitty, levati dal viso quel trucco da puttana."



Mi lanci un sorriso strafottente.



"No."



Ti do un ceffone. Tu mi guardi dritto negli occhi.



"Vaffanculo, Sadico!"



Ti do un altro ceffone.



"Obbedisci, cazzo!"



Mi graffi una guancia colle tue unghie smaltate di nero.



"No!"



Sfilo il Golem dal fodero. Te lo porgo dalla parte dell'impugnatura.



"Vuoi giocare duro, Skizzo? Ci sto. Prova a tagliarmi. Ho voglia d'una bella botta d'adrenalina stasera."



Rifiuti il coltello.



"Sei un pezzo di merda, Drago."



I tuoi occhi si riempiono di lacrime. Il mascara inizia a colare in sottili scie nere. Rinfodero il Golem.



"Pulisciti il faccino. Non farmi più arrabbiare."



Ti sbavi il rossetto colle mani e mi fissi adirata e in preda ai singhiozzi. Ti regalo una carezza.



"Voglio inebriarmi di te, Kitty. Baciami."



Ti sollevi sulla punta dei piedi e mi cingi il collo con entrambe le braccia. Accosto la mia bocca alla tua. Tu prendi le mie labbra tra i denti e mordi fino a sentire il sapore del sangue.


Ogni salamella è trincea




Il Leopard del comandante del terzo plotone. Il carro colle insegne rosse del Drago. La mia tana d'acciaio.



Sono stravaccato sul sedile del servente, le gambe allungate, i piedi incrociati sulla culla raccoglibossoli, dietro l'otturatore della bocca da fuoco da centocinque.



Mi sto pulendo le unghie sporche di morchia colla punta del Golem, il mio coltello da campo. Una lama splendida e affilatissima.



"Sadico!"



E' il Ratto che parla. Quel folletto tutto riccioli e poco cervello fa capolino a testa in giù dal portello del capocarro. E' l'inquilino più irriverente e scanzonato del Serraglio, l'unico cogli occhi ancora capaci di guardare lontano.



"Oh?"



"Sua Saggezza m'ha mandato a cercarti."



"Perché?"



"Un lo so. M'ha detto solo che vuole parlarti con una certa urgenza."



Sua Saggezza, il Signor Capo. La "mente" che dovrebbe dirigere questo teatrino dell'assurdo. Lo detesto, sapete. E' una vescica piena d'aria che legge Kant, Hegel e Nietzsche tanto per darsi un tono e senza capirci un cazzo. Che idiota!



"Drago!"



"Oh?"



"Che vieni?"



Infilo il Golem nel fodero che ho appeso alla spalla sinistra.



"Sì, sì. Tu intanto precedimi."



"Kyllä joo, Lieutenantti."



Il Ratto si toglie dalla mia visuale. Io scuoto la testa e mi alzo in piedi. Abbasso lo sguardo. Fisso le mie mani. Sono lunghe, eleganti, affusolate. Mani da pianista. O da assassino.

mercoledì 11 aprile 2007


Maremmina!





Chi s'è fregato i miei occhiali da sole?



Carissimo TT, t'ho risposto. O così m'è parso.



RattoSpakk

martedì 10 aprile 2007




Son di nuovo disoccupato.



Mi ritrovo immerso nella merda fino al collo.



Sono il solito bello dalle lunghe ciglia. Tutte mi vogliono. Nessuna mi piglia.



Son perseguitato dai paradossi.



M'attende un'impresa impossibile.



Ho pure le acciughe sullo stomaco.



Vorrei oppormi.



Ma non ne ho la forza.



Ergo...



LECCATINAAAAAAAAAAAAAAA



Trema, mondo.



Lo Steelrat è ancora sulla breccia.



Oh, al primo che scrive "bava" nei commenti assegno l'ambitissimo banner del concorso "una tantum".



Do you remember?



http://steelrat.splinder.com/post/11025613

sabato 7 aprile 2007

S. I. L. E. N. Z. I. O.


Le persone inziano a drogarsi perchè hanno una gran voglia di silenzio


Ho. Voglia. Di. Silenzio.


Requiem. Solo. Per. Me.



 


 


 


*_La Cappellaia Matta_*


Che ha voglia di silenzio

mercoledì 4 aprile 2007




Io sovente mi vedo così. 



Luce.



Ombra.



Sempre in bilico.



Pensiero lucido dedicato a Miele.



Il mio fotografo.

martedì 3 aprile 2007


Ho un nome.



Due sillabe.



Deriva dal verbo ebraico yàdad che significa amare.



In finnico suona buffo: Taavetti.



E' di probabile formazione fanciullesca.



I bimbi, specie se scavezzacollo, non possono che essere "diletti".



Quanita...



Sopportami.



Parole.

Quelle sopra sono solo parole.

lunedì 2 aprile 2007


Nemo è letteratura, Miele, come tutto lo scemaio che gli girava attorno.



Io sono uno.



Uno.



Uno.



Uno.



Polifrenico, Lethal? Non credo affatto. E neanche schizofrenico, se per questo.



Il Ratto e le altre macchiette di cartone riappariranno, statene certi.



Mi divertono molto.



Troppo.