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I racconti qui pubblicati sono inoltre opera di fantasia. Ogni coincidenza con fatti reali e persone fisiche o giuridiche, realmente esistenti, o con enti, società, organizzazioni, gerarchie sia naturali che soprannaturali, è da ritenersi puramente causale.


sabato 14 aprile 2007


Ogni salamella è trincea




Il Leopard del comandante del terzo plotone. Il carro colle insegne rosse del Drago. La mia tana d'acciaio.



Sono stravaccato sul sedile del servente, le gambe allungate, i piedi incrociati sulla culla raccoglibossoli, dietro l'otturatore della bocca da fuoco da centocinque.



Mi sto pulendo le unghie sporche di morchia colla punta del Golem, il mio coltello da campo. Una lama splendida e affilatissima.



"Sadico!"



E' il Ratto che parla. Quel folletto tutto riccioli e poco cervello fa capolino a testa in giù dal portello del capocarro. E' l'inquilino più irriverente e scanzonato del Serraglio, l'unico cogli occhi ancora capaci di guardare lontano.



"Oh?"



"Sua Saggezza m'ha mandato a cercarti."



"Perché?"



"Un lo so. M'ha detto solo che vuole parlarti con una certa urgenza."



Sua Saggezza, il Signor Capo. La "mente" che dovrebbe dirigere questo teatrino dell'assurdo. Lo detesto, sapete. E' una vescica piena d'aria che legge Kant, Hegel e Nietzsche tanto per darsi un tono e senza capirci un cazzo. Che idiota!



"Drago!"



"Oh?"



"Che vieni?"



Infilo il Golem nel fodero che ho appeso alla spalla sinistra.



"Sì, sì. Tu intanto precedimi."



"Kyllä joo, Lieutenantti."



Il Ratto si toglie dalla mia visuale. Io scuoto la testa e mi alzo in piedi. Abbasso lo sguardo. Fisso le mie mani. Sono lunghe, eleganti, affusolate. Mani da pianista. O da assassino.

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