Vita da Strega
E' lunedì pomeriggio. Sono in Piazza Strozzi di fronte all'Odeon. Guardo l'orologio. Sono le quattro e mezzo. Il film sta per iniziare e tu non ci sei.
Provo a chiamarti al cellullare ma una vocina antipatica mi dice che sei momentaneamente irraggiungibile.
"Le donne sono proprio un male necessario", mormoro. E mi metto a camminare avanti e indietro. Sono piuttosto seccato. A un tratto mi fermo. Riprovo a chiamarti al cellullare. Mi risponde la solita vocina.
Sto per levare le tende quando ti vedo. Hai i lunghi capelli color rame sciolti sulle spalle e indossi una giacca di pelle marrone su una gonna e un maglione neri. Ai piedi hai un paio di stivaletti tacco otto d'una bruttezza inaudita.
"Dov'eri andata a finire?", ti domando. "Avevamo appuntamento un quarto d'ora fa."
"Ho avuto un contrattempo imprevisto. Scusa."
"Potevi avvertire."
"Ho il telefonino kaputt. Penso siano le batterie scariche."
Mi guardi col tuo piglio da bambina birbona. Decido di lasciar perdere. Non voglio litigare.
"Ci siamo persi il principio del film. Icche si fa? Entriamo adesso o aspettiamo che cominci il secondo spettacolo?"
"Meglio adesso. Non posso restare fuori fino a tardi."
"Hyvä, minun keiju 1!"
Facciamo il nostro ingresso nell'atrio del cinema. Mi fiondo al botteghino. Acquisto due biglietti. Uno lo tengo io; l'altro lo do a te. L'omino del controllo ce li strappa con un che di cattiveria. Ha poca voglia di lavorare, mi sa. Ti prendo per mano e ti aiuto a salire la rampa di scale che porta al piano rialzato.
Siamo in sala. Vedo pochissima gente. Gli spettattori si contano sì e no sulla punta delle dita.
"Vo un attimo in bagno", mi sussurri a un orecchio. E sparisci dietro una porta bianca. Mi levo la giubba. Ho caldo. Quando torni da me, hai uno strano sorriso sulle labbra.
"Dove ci mettiamo?", ti chiedo con un filo di voce.
"Lassù." E punti l'indice della mano destra verso la cima del loggione.
Ricominciamo a salire e, dopo varie peripezie, giungiamo alla meta. Mi siedo con te alla mia destra. La giubba mi pesa. La poggio sulla spalliera della poltrona alla mia sinistra. Sono ancora accaldato. Allento il nodo della cravatta e sbottono il colletto della camicia. Tiro un sospiro di sollievo.
"Che hai?", mi domandi.
"Le caldane."
Ti scappa un risolino.
"Sei in menopausa per caso?"
"Spiritosa."
"Silenzio!", sbotta una voce dabbasso. Il tono non è amichevole. Ci chetiamo entrambi.
Mi concentro sul film. E' "Vita da Strega", quello con Nicole Kidman e Will Ferrer come protagonisti. Non riesco a seguirlo però. L'aroma del tuo profumo mi distrae.
"Ratto?"
"Oh?"
"Ti piace quella svampita della Kidman?"
"Sì, ha un bel sedere."
Mi fissi.
"Più bello del mio?"
Non gliela fo a reggere il tuo sguardo e abbasso gli occhi
"No, il tuo è meglio. E' di una beltà e di una morbidezza straordinarie. Ne vo pazzo dai tempi della Marzocco, ricordi?"
Sorridi.
"Mi pigli in giro."
"No, Occhiacci, e tu lo sai."
"Volete finirla, cazzo!", eclama la voce di prima. "Sennò vengo lì e vi rompo il muso."
Sto per dirgliene quattro quando tu mi tappi la bocca con una mano.
"Stattene buono, Ratto. E' meglio per tutti."
Mi rilasso contro la poltrona e tiro un altro sospiro. La tua mano scende dalla bocca al petto e me lo massaggia lentamente.
"Va meglio ora?"
"Sì, grazie."
Ti allontani da me e ti rimetti a guardare il film. Io, invece, fisso te. Studio ogni millimetro del tuo viso. Non posso più tenermi. La mia voglia di te mi consuma.
Ti sollevo la gonna e poso la mano destra tra le tue cosce vellutate. Tu non batti ciglio. Inizio a esplorare il tuo tesoro.
"Occhiacci?"
"Eh?"
"O le mutandine dove sono?"
Ti volti verso di me e mi dai un bacio sulla bocca. Uno di quelli lunghi.
"Me le son levate alla toilette."
Ti guardo. I tuoi occhi verdi sono due perle lucenti.
"Perché?"
"Per agevolarti le manovre, sciocchino."
1 I Ratti d'acciaio, talvolta, parlano finnico. Che volete: è la loro natura.
bello il tuo racconto !! ne ho letto uno analogo poco fa ma non e' finito bene come il tuo !!!!
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