Cut.Me
Camera tua. Il solito caos: specchiera capovolta, letto sfatto e macchiato di sangue e sperma, comò rovinato a terra tra i frammenti del Mivar quattordici pollici sparsi sul pavimento. Solo l'armadio e il tavolo del PC sono scampati alla nostra furia.
"Tagliami."
Tengo lo sguardo fisso su di te. Hai le lacrime agl'occhi e il collo segnato dall'impronta dei miei morsi.
"Obbedisci!"
Il Golem trema nella tua mano destra.
Ti do due schiaffi, il secondo più cattivo del primo. Sono acciaio stanotte.
"Volevi essere una mistress, Kitty? Comportati di conseguenza."
Avanzi verso di me, incerta sui tacchi. M'incidi. Gote, petto, fianchi, addome, cosce. Fiumi di porpora iniziano a scorrere sulla mia pelle nuda.
"Tutto qui?"
Sogghigno truce.
"Non sei capace d'altro?"
T'avventi su di me e meni un fendente, da destra a sinistra. Mi tagli. Questa volta in modo più profondo e devastante.
"Ancora, Skizzo, ancora!"
Torni alla carica col diavolo in corpo. Prima che tu possa colpirmi, t'afferro pei polsi e t'incollo le spalle e la schiena all'armadio, gravandoti addosso. Ti divincoli pazzamente. Inutile. Resti stretta a me. Ti torco la destra. Molli la presa sul coltello che precipita a terra in un tonfo metallico. Do un calcio all'elsa del Golem e l'allontano da noi, verso la specchiera. Sprizzo sangue ovunque, su di giri per la botta d'adrenalina. Inghiotto saliva. Inspiro ed espiro profondamente. Ti guardo. Hai i capelli scompigliati, un labbro pesto e il reggipetto con una spallina sull'omero. Mi fai tenero. Ti libero quindi i polsi e mi scosto da te, carezzandoti il viso. Ne approfitti per centrarmi uno stinco colla punta d'una delle décolleté nere su cui sei abbarbicata. Reagisco d'impulso, guizzante come una saetta. Ti mollo un pugno al plesso solare. Cadi in ginocchio dinanzi a me, col fiato mozzato e le braccia incrociate sullo sterno. Alzi la testa. Inchiodi il tuo sguardo al mio. Sei lontano dall'essere doma. Senti l'ira crescere nel profondo, più forte del dolore che ti folgora il cervello. Sei magnifica e terribilmente sexy. Ti voglio.
"Succhiami", ordino perentorio.
"Puoi scordartelo", mi rispondi digrignando i denti.
T'afferro rudemente la nuca e ti costringo a un rapporto orale. Non hai grande esperienza ma la tua bocca è calda e accogliente. Raggiungo ben presto l'erezione. Appena avverti la possanza del mio turgore, cominci a suggere e a leccare al meglio delle tue capacità. Vuoi essere tu il motore del mio piacere.
"No", sibilo.
Interrompo la fellatio, ti prendo per le braccia e ti rimetto in piedi. Ti contorci tutta, scalciando. Riesci a sfuggirmi e a schiaffeggiarmi in volto ripetutamente. M'inalbero. T'abbranco pei capelli e ti getto supina sul letto. M'insinuo tra le tue cosce. Ti strappo di dosso le mutandine e scivolo dentro di te. Spingo imperioso e veemente. Tu mi ficchi le unghie nella schiena. Io ti penetro ad un ritmo sempre più accelerato, arrestandomi poi di colpo.
"Siamo scesi nell'Abisso", ti bisbiglio in un orecchio. "Travolgente, vero?"
Muovi il capo in un cenno di diniego. Hai gl'occhi chiusi e sei preda d'un orgasmo che è una piccola morte.
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