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I racconti qui pubblicati sono inoltre opera di fantasia. Ogni coincidenza con fatti reali e persone fisiche o giuridiche, realmente esistenti, o con enti, società, organizzazioni, gerarchie sia naturali che soprannaturali, è da ritenersi puramente causale.


martedì 23 dicembre 2008


Intermezzo



La carrozzella arranca per le rampe di Viale Poggi verso il Piazzale Michelangiolo. Il cielo serale s'è rannuvolato all'improvviso, minacciando pioggia. Gino canticchia la marcia trionfale dell'Aida. Tu mi fissi furibonda.



"È assurdo."



Le tue mani lunghe e aggraziate stringono nervosamente il bouquet di margherite di cui t'ho fatto dono.



"Eravamo a Roma un istante fa. Come possiamo starcene qui? Come?"



"Unn'è mica colpa di nostro topo stilografico."



Il fiaccheraio, terminata la sua performance musicale, s'è messo a discorrere col cavallo.



"Gl'è i' Caos, quello colla C maiuscola."



Piripicchio lancia un nitrito di conferma. È figlio d'Uragano e Apocalisse. Certi assoluti, lui, li conosce molto bene.



"Ratto?"



Piove. Gocce languide e silenti ti bagnano il viso.



"Di' qualcosa. Detesto i monologhi."



Ti passo un braccio intorno alle spalle attirandoti a me.



"Ratto?"



Accosto la mia bocca alla tua e ti rubo un bacio dolce e fugace.



"I' nostro Pennac di qua d'Arno potrebbe cavarsela come scrittore di romanzetti rosa."



È sempre Gino che parla rivolto al cavallo.



"Io glielo ripeto di continuo: perché un ti proponi a quelli dell'Harmony? C'hai davvero qualche numero. Lui nulla. Un si smove manco un po'. Gl'è proprio un duro di menta."



Piripicchio lancia un secondo nitrito di conferma che si perde nel brontolio dei tuoni.

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